Ho voluto iniziare questo mio post ri-proponendo il video che il Ns Primo Ministro Matteo Renzi ha pubblicato per illustrare la Riforma da “La Buona Scuola”, per poter fare in modo analitico le mie considerazioni.

Iniziano con la frase <<Finalmente la scuola è al centro del dibattito politico del paese>>, peccato che sia il risultato dello sciopero più massiccio che io ricordi, con un’adesione che secondo alcuni ha sfiorato 80% e al già ventilato blocco degli scrutini, temuto al punto tale da minacciare già dalle prime avvisaglie la PRECETTAZIONE dei docenti disposti ad attuarlo.

La seconda riflessione la voglio dedicare al concetto espresso con la frase  <<La buona scuola c’è già in Italia>>.  Precisando che non sono d’accordo con questa affermazione e capirete perché, mi piace farvi notare come per chiarire questa affermazione Renzi usi l’esempio della Porf.ssa che fa lezione tra i calcinacci  e del Prof. di Musica che nella scuola di PERIFERIA  fa un’orchestra. Si tratta di IPOCRISIA perché se la buona scuola c’é già ed è fatta di miglia di lavoratori che lavorano con serietà, abnegazione, professionalità, competenza ed entusiasmo, non si capisce il perché dell’ennesima riforma.

Ma entriamo nei cinque punti di merito della riforma:

1. Alternanza  Scuola-Lavoro la cui validità è giustificata (a parere suo, senza citare le politiche sul lavoro e sulle pensioni) dal 44% di disoccupazione giovanile, ovvero la più alta d’Europa e dal confronto (nefasto a parer mio) con il modello scolastico di paesi come SVIZZERA GERMANIA ed AUSTRIA con tassi di disoccupazione giovanile inferire.  Dimentica di dire che  da pochi anni è a regime la riforma Gelmini che ha drasticamente diminuito le ore di insegnamento degli Istituti Tecnici e Professionali tipicamente più vicini alle esigenze delle industrie territoriali e a una didattica del fare per imparare, trasformandoli in I.I.S. (Istituti di Istruzione Superiore) dalla vocazione tipicamente liceale. La buona scuola c’era una volta.

2. Cultura Umanistica più ore di Storia dell’Arte, Musica, Latino e Lingue straniere e qui saremmo d’accordo, ma mi piace ricordare la riforma Moratti, nota anche come la riforma delle 3I ovvero più Italiano, Inglese e Informatica ma non è piaciuta al punto tale che le ore sono diminuite e oggi si prova a rimediare.  Non per tutti in modo curricolare su tutto il territorio Nazionale, ma solo per quegli alunni coinvolti nei progetti approvati dal POF che troveranno finanziamento.  La buona scuola c’era una volta.

3. Più soldi agli Insegnanti visto che non lo dice Renzi lo dico io, paragonandoci all’Europa, SVIZZERA, GERMANIA e AUSTRIA partiamo dagli stipendi più bassi in assoluto, con discrepanze che sono enormi (ma dipende da tante cose) e continuiamo con il blocco degli aumenti che di manovra (finanziaria) in manovra dura quasi da 10 anni.  La soluzione proposta e di 500€ annui per tutti, “A RIMBORSO SPESA” e viene da chiedersi con quale tempistica, a cui si sommano 200 MIL  distribuiti in base al merito a discrezione del Dirigente Scolastico. La discussione potrebbe andare avanti all’infinito, ma di fatto siamo in Italia e confondere il CLIENTELISMO con il merito è estremamente facile, con la particolarità che in questo caso non ci sono gli estremi per il reato se non la violenza al DIRITTO ALLO STUDIO  e alla LIBERTÀ’ di INSEGNAMENTO sanciti dalla Costituzione Italiana.  La buona scuola c’era una volta.

4. Autonomia inevitabilmente legata all’effettivo investimento che vuole fare nella scuola ha certamente degli aspetti positivi, anzi devo ammettere che faccio fatica a trovare degli elementi negativi. Voglio però farvi notare e lo dice anche Renzi che si tratta di un concetto introdotto per la prima volta con la riforma Berlinguer e ovviamente è stata cancellata perché cambiare non è sinonimo di migliorare.  La buona scuola c’era una volta.

5. Continuità didattica dice bene Renzi si combatte assumendo i precari, magari senza creare migliaia di docenti in esubero  causati dalle continue riduzioni delle ore di insegnamento e dall’aumento del numero di allievi per classe.  Dice il vero anche quando afferma che non ci sono licenziamenti dopo i 36 mesi parla però del personale A.T.A. (per dirla in modo semplice Bidelli, Segretarie, Tecnici etc.) per i quali oltre alla riduzione generale in numero assoluto è prevista la NON PROROGABILITÀ  DEL CONTRATTO A TERMINE OLTRE i 36 mesi, che è previsto non dalla buona scuola ma dal D.E.F. (Documento di Economia e Finanza) proprio per non incorrere in sanzioni dell’U.E.  (Unione Europea) analoghe a quelle che inducono il governo a fare le assunzioni PROMESSE.  La buona scuola c’era una volta.

Ps. Non parlo degli asili perché è una realtà che conosco poco, infatti so solo che nella mia città vogliono chiuderne due.

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